Una sera come tante

E’ una sera come tante, di una settimana come tante. Avevo finito tutto quello che dovevo fare. O comunque, se avessi avuto ancora da fare, non l’avrei fatto perchè ero troppo stanco, e mi sarei raccontato una scusa che mi convincesse che avevo già finito tutto. Come tante sere, ho aperto internet per perdere ancora quella mezz’oretta prima di andare a dormire. E ho scritto “guadagnare con internet”. Il che mi ha portato a una serie di risultati davvero deludenti, come “guadanga 1000 euro al mese in pochi minuti!” o “diventa ricco vendendo Cialis!”.

Così ho girato e rigirato le solite parole chiave della ricerca (perchè ormai, diciamocelo, a furia di usare google alle volte mi sembra di ragionare più a parole chiave che a pensieri), e sono finito su un bel post: “Si può vivere di solo blog?” (googolatelo pure, è al primo posto). Tipo mai sentito, blog mai visto. Ho letto le prime 3 righe, pensando di essere davanti al solito ciarlatano col suo unguento miracoloso. E invece dopo la terza riga sono arrivate la quarta, la quinta, fino alla fine; quando è arrivata la fine, mi è quasi spiaciuto che fosse finito. Il tono un po critico e soprattutto i contenuti, che sta volta c’erano, mi avevano interessato e convinto a restare. Possibile che un blog di una persona che semplicemente diceva la sua fosse interessante? Alla fine per me quella sera la riposta era stata “Si”. L’autore era arrivato a conclusioni alle quali non avevo pensato, mi aveva fatto ragionare su cose che non mi erano mai venute in mente. E alla fine della lettura ero un po più ricco di prima, avevo un frammento di risposta in più alla mia domanda “si guadagna con internet?”. Domanda che poi, sinceramente, sarebbe comunque morta 10 minuti dopo mentre iniziavo a russare beato nel letto.

Prima di coricarmi, visto che ero ormai in tema di blog, mi sono ricordato del sito di un mio amico, il diario di un SysAdmin qualunque, che dopo essersi smazzato ore e ore di programmazione, alla sera trova anche il tempo di scrivere sul suo blog. Mangia pane e informatica il mio amico, eppure sul suo blog non c’è praticamente nessun articolo sui computer. Solo delle riflessioni personali. Quella sera sono riamasto ancora più sorpreso: gli ultimi testi erano dei racconti. Molto personali, ma dei racconti. Racconti veri, come quelli di Esopo o La Fontaine, qualcuno perfino colla morale. Sono rimasto sorpreso, e contento. Mi sono ricordato che non di solo pane vive l’uomo. Di quando anch’io, alle scuole superiori, leggevo libri o racconti, o scrivevo temi in classe sulle emozioni, e non solo saggi brevi sulle scoperte scientifiche. Per troppi anni ho scritto solo guide, descritto circuiti, copiato schemi a blocchi.

Articolo principale: Alla fine anch’io ho il blog

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